IL PAESE INGANNATO

IL PAESE INGANNATO
immagine a cura di Giuliano Fedeli

Cinquanta giorni di Draghi, da Draghi hanno sortito un paio di frasi a effetto, da banchiere, tipo il whatever it takes: “i soldi nel 2021 non si chiedono, si danno”. Davvero? Allora come mai le tasse si continuano a versare e la pace fiscale è un trionfo della componente sinistra del governo? Come mai i sostegni alle partite IVA arrivano all’irrisoria cifra di 3700 euro procapite, sempre che arrivino e con tutti i distinguo del caso? Draghi lo ammette candidamente: non ci sono soldi, facciamo quello che possiamo. Cioè poco e niente. Più niente che poco, stante il ricatto di ministri come Speranza e Romano, il clan di D’Alema che ha legami con la Cina. E la Cina, tramite lockdown, si compera l’Italia. I 107 euro per la burocrazia consociativa di potere ci sono, i 5 miliardi per i redditi di cittadinanza e di emergenza, quanto a dire la logica eterna dell’assistenzialismo passivo, ci sono, le misure per le attività produttive no. Da tremila euro a zero, una tantum e sempre coi trucchi contabili che palesano la volgarità banchiera da ladri. E il lockdown, è notizia certa, continerà senza tempo e comunque oltre aprile, oltre maggio, oltre giugno. Se questa è una vittoria della Lega! Salvini, una settimana fa: “Lockdown ma è proprio l’ultimo, dal 7 aprile si riparte”. Ma non riparte niente: non dovrebbe renderne conto il capetto leghista? Il governo di alto profilo, detto anche dei migliori, si rivela, come volevasi dimostrare, la solita accozzaglia di velleitari e di parolai: altri 3 miliardi per salvare Alitalia con la precisa promessa del ministro leghista Giorgetti: dimezziamo il personale parassitario. Ma ci si metteranno di mezzo i sindacati e i dimezzamenti resteranno sulla carta. In compenso si cambia il nome, da Alitalia a Ita, e tutto va a posto. Le chiusure restano stabilite su altri trucchi, sul dopaggio dei tamponi e dei contagi, nonché su parametri arcani, sul modello di quelli esoterici dell’Unione Europea, che niente hanno a che fare con la profilassi sociale e col bisogno di ripresa di un Paese oltre lo sfinimento. Ma il PD deve trovare il tempo, il modo di riorganizzarsi, di scegliere il segretario, poi il prossimo Presidente, forse ancora Mattarella, poi il prossimo capo del Governo e così via. Altri cinquanta giorni perduti, ma l’informazione, e qui non ha più senso distinguere tra quella di regime e l’altra di presunta opposizione, è concorde nella soggezione, di Draghi si esalta lo stile, la sobrietà ingessata, il decisionismo statico e gli si perdonano le mancanze che sono già enormi. Cosa dice l’informazione tartufesca? Dice: sì, il decreto è penoso, tremila euro e spiccioli a tre milioni di piccole imprese su sei aventi diritto, sì, forse arriveranno tra un paio di mesi e poi basta fin oltre l’estate, sì, le tasse dovranno continuare a pagarle, insomma è scandaloso, è una truffa degna del duo Conte-Casalino ma almeno Draghi lo dice chiaro, lo ammette e con quale dignità. Quand’è così, non resta molto da obiettare. Ma questo atteggiamento dell’informazione complice sostanzia un patto scellerato che ha e avrà le sue responsabilità a misura del tempo sprecato in progressione esponenziale. Avanti coi vaccini! Ma tenendo presente che anche siringare l’intera popolazione “non consentirà il ritorno alla normalità”. E allora che cosa? Ma è chiaro, è precisamente spiegato: una distruzione non creativa, il tessuto imprenditoriale sparito, il ritorno dello Stato-Leviatano, “niente fuori di esso” come predicava il Mussolini socialfascista. Tutti concordi, il banchiere prestato alla politica, la sinistra collettivista e la destra sociale che proviene dal regime cioè le uniche che la tradizione politica italiana abbia saputo partorire. D’accordo anche la Chiesa che coi dittatori morbidi conclude da sempre affari utili a restare bene o male in auge. A questo punto i pretesti non reggono più, è chiaro che si mira a una riscrittura integrale degli assetti sociali in chiave sempre più autoritaria. Ma basta dirsi neoliberali e, ancora una volta, tutto si sistema. Draghi è la classica soluzione tampone, nella prima Repubblica li chiamavano governi balneari, adesso di salute pubblica, comunque una farsa, ma con tutti dentro e chi sta fuori come il partito di Giogia Meloni sta al gioco, alza un po’ la voce ma tutti capiscono che è un gioco di ruolo. Il Paese dovrebbe riaprire, gradualmente ma in fretta, assumendosi le responsabilità di produrre in relativa sicurezza, non c’è alcuna ragione di tenerlo strangolato mentre si procede a somministrare questi vaccini sui quali l’EMA ha detto: potrebbero anche ammazzare, ma in fondo fanno bene. Invece si sceglie come sempre la soluzione di non scegliere, nel segno della sudditanza ad una Unione Europea con tutta evidenza incapace e ostile. Il Paese è ingannato, ma, stante la passività si direbbe irreversibile, non resta da concludere che gli va bene così.

MDP