MIO FRATELLO, IL COVIDISTA

MIO FRATELLO, IL COVIDISTA

immagine di Giuliano Fedeli

di Stefania Martani

È arrivato mio fratello! Se aggiungete la mascherina Fp2 “modello Chernobyl” e appannate le lenti questo è il suo ritratto pittato di ieri quando è salito da mia madre. Sembrava un palombaro, avevo voglia di collegarlo a un respiratore con tubo da sommozzatore. Oppure di mettergli un petardo sotto al culo. Occhiali spessi appannati modello Filini, aria guardinga da topo finlandese, sospettosissimo. Ci guardava senza vederci come al solito, espressione imperscrutabile, da museo delle cere ai tempi del Covid. Per non rischiare contagi non ha aperto bocca e senza rivolgere la parola a nessuno ci ha guardati come dei ramarri radioattivi. Poi si è seduto a una decina di metri. Mia madre, con il femore accorciato da due fratture, ha arrancato alla sua volta, tendendogli la mano scheletrita, come una mendicante albanese sui 102 anni: lui ha tirato fuori una croce formata da due siringhe perpendicolari, piene di vaccino Pftizer e ha fatto per sparargliele addosso; “Vade retro, untrice”. Si è messo ad aspergere tutto di amuchina mormorando oscure formule preoccupanti. Mia madre si è accasciata sulla sedia, gli occhi colmi di lacrime: “E’ un anno che non mi abbraccia” e lui con voce strangolata da Enzo Majorca dopo una riemersione a cento metri: “Ti tutelo”. Pareva succhiare fiato da una cannuccia. Di colpo è comparsa mia sorella e si è fiondata fulminea tra le sue braccia con uno sguardo pieno di maligno affetto “Luca, non mi saluti” e carogna gli ha soffiato in faccia sbattendogli sul viso le palpebre cigliate da cerbiattina mannara. Ma lui dopo averla mirabilmente elusa con una schivata da torero si era già sulle scale a darsela a gambe, intrepido e padrone di sè come sempre. Eh, lo dico io, certe persone vivono male e pensano peggio. Sono dei malati sanissimi, anche pieni di soldi, ma con una esistenza di merda, da ranger distaccato a Kabul. Tirano avanti fra manie di persecuzione, miraggi, incubi. SI credono molto responsabili e disprezzano tutti. Trattano da estranei anche i figli. Vanno per la maggiore.