QUEI BAMBINI

QUEI BAMBINI

Non me ne importa niente di cosa diranno i fanatici, gli amputati del cuore: io lo vedo e lo dico, Netaniahy non è diverso da Sinwar, non è diverso da Hamas e la democrazia nella quale si muove è solo una cornice. Dopo il 7 ottobre non gli importava di proteggere la sua gente, puntava a rafforzare il suo potere e ha scelto la strada della strage continua. Ha accumulato decine di migliaia di morti, nessuno sa o dice quanti, perché sono tanti, più che troppi, non ha ottenuto risultati, ha pregiudicato la sorte degli ostaggi, ha finito per esasperare i suoi connazionali. Ma giustizia e vendetta non si fanno così. Massacrare all’ingrosso, l’orrore perenne che non risponde a nessuno, che il mondo intero deve accettare, dove porta? Migliaia di bambini spazzati via. Spezzati. Non li vedete? Ma sono lì, davanti a noi. Disgraziati, condannati bambini: nascono in un abisso della terra, hanno famiglie o impotenti o complici della delirante crudeltà di Hamas, diventano scudi umani, sacrifici annunciati, e se si salvano ci pensano i droni e le bombe israeliane a falciarli. Ma che facciamo? Finta di non vedere? Quei bambini. Che muoiono di fame e di malattia. Che non hanno un pupazzo di pezza con cui giocare. Che se non muoiono oggi muoiono domani. Mutilati, ammalati bambini che spirano su brande d’ospedali da campo improvvisati. Che mangiano quando mangiano e comunque troppo poco, troppo male, che bevono acqua contaminata. Che non sospettano un’altra vita, quella di altri bambini storditi dalla fortuna, dal benessere di case confortevoli, il crescere dorato di chi può annoiarsi. Loro hanno quei vestitini di stracci, di carta, quella luce squarciata negli occhi eppure sorridono, piccoli Cristi che non scendono dalla croce. Quei bambini servono da rimorso rinfacciato: è colpa vostra, no è colpa vostra. Loro intanto cadono. Quei bambini ci sono, anche fossero la metà della metà di quello che si afferma, ci sono e muoiono. Per cosa muoiono questi bambini a perdere? Mi spiace, mi togliessero l’amicizia, il saluto, mi accusassero di quello che vogliono, sono problemi loro. Nessuno potrà accusarmi di essere un Santoro, una Basile, una Albanese o un Roger Waters. Ma io sono abituato a dire la verità che penso, che vedo, e, mi spiace, io non vedo più innocenti in questo orrore, non vedo più vittime, solo carnefici. Tranne quei bambini. MDP (per sostenere il Faro una ricarica via PayPal tramite maxdelpapa@gmail.com)