SANREMO le pagelle bastarde – DUETTI

SANREMO le pagelle bastarde – DUETTI

NEGRAMARO (4 marzo 1943) – Modo migliore per inaugurare la serata pianobar non c’era: rovinando Lucio Dalla a cura di quel [metti l’insulto] di Sangiorgi. Vestito da bottighlia, sarà per onorare il nome. Certo onorerebbe la musica se diventasse muto. 2 (– per i vocalizzi da bottigliata sui maroni)

NOEMI & NEFFA (Prima di andare via) – Neffa nella sua migliore interpretazione: non si sentiva. Lei se la cava, ma è pur sempre donna da karaoke. 6 + N. P. = 6—-

FULMINACCI (Penfo Pofitivo) – Mai, mai, mai avrei immaginato di rimpiangere Jovanotti, he he he, di crederlo migliore di chiunque altro su quefta terra: c’è riuscito ‘sto pover’uomo, Fulminacci. 1 (Valerio Lundini non so chi sia, Roy Paci purtroppo sì)

RENGA & CASADILEGO (Una ragione di più) – Perché portare la figlia segreta di Loredana Berté vestita con un materasso? E perché offendere così il grande Mino Reitano? E perché ‘sto nome d’arte del cazzo? Una ragione di più per cambiare mestiere (lei, per lui ormai è tardi) 0 + 0 = 0

EXTRALISCIO & RAGAZZO MORTO DI SONNO (Medley Rosamunda) – Sì, lo sappiamo che (anche) Sanremo è del PD e il Festival un’appendicite della Festa dell’Unità: difatti la tristezza sovietica è la stessa. E poi, proprio con Gabriella Ferri, l’immensa, dovevano prendersela, ‘sti barboni? S. V. (che non è senza voto ma senza vergogna)

FASMA & NESLI (La fine) – Un rapper che sembra un cereale e un cantante f’asmatico che sembra Dumbo. Al cereale cambiano il microfono perché non si sente: non era il microfono. Eh, sì, questa è proprio la fine, amico mio 0 tondo

BUGO & PINGUINI TATTICI NUCLEARI (non mi ricordo) – Allora. Passi che Bugodigulo faccia il cantante che è come un monco campione di bocce. Passino ‘sti pinguini che davvero ci vorrebbe il riscaldamento global. Passi che siamo al tramonto dell’occidente. Ma Lucio Battisti non me lo divete toccare, capito, stronzi. -100

MICHIELIN & FEDEZ (Medley) – Ma è incredibile: 3 giorni con Fedez ed è già diventata anziana. Presenza scenica di un copertone, vocalità di una pompa da biciclo, sempre meglio però del marito di Chiara: sembrano Mercoledì e Zio Fester. Apprezziamo il conato d’ironia e, solo per oggi, vogliamo rovinarci, regaliamo un bel 3

IRAMA & GUCCINI (in spirito) (Cyrano) – E fu così che in limitare di vita anche il compagno Francesco finì a Sanremo come un Irama qualunque, sia pure in formato virtuale, come il figlio di Maria, del resto. Che così ci fa pure la figura dell’impegnato: ma noi non abbocchiamo, tutt’al più impugnato. Solo un’altra vittima, postuma, del comunismo. 2-

MANESKIN & MANUEL AGNELLI (Amandoti) – Ma dove siamo? A X Factor ‘n’altra volta? A una rimpatriata di Rifondazione? Nel frattempo, Lindo Ferretti si è spostato su posizioni ultrareazionarie che se lo sente il card. Sarah gli dice: datte ‘na calmata, figlio. Anche così, se mai avrà sentito, è probabile gli siano rotolati i coglioni. Perché va bene il Manuello, che si piace sempre molto, anche versione Kobra Kai, ma il moccioso che grugnisce come un porco appeso è inqualificabile. Magari, dall’alto della sua saggezza montanara, Lindo avrà commentato di fronte a questa criminale versione: m’importa ‘na sega, ‘na sega sai, ma fatta bene, che non si sa mai. 000

RANDOM & THE KOLORS (Ragazzo Fortunato) – Lui, forse: per noi è una disgrazia. Già che quest’anno saccheggino Jovanotti, la dice lunga; e poi in che modo: i Kolors a 10 anni sono già degli scomparsi, il Random non apparirà mai: ha la faccia di uno che ti vien voglia di darci gli schiaffi in faccia, random, alla Lino Banfi. Ma che abbiamo fatto di male? Radice quadrata di 0

WILLIE PEYOTE & SAMUELE BERSANI (Giudizi Universali) – Abbiamo assistito alla differenza, che dico?, all’abisso tra un cantante e un no. Perché Coyote parla, nient’altro, e dunque che ci fa qui? E Bersani che ci fa a farsi violentare la sua bella canzone? -4 +6 = fate voi il conto

ORIETTA BERTI & LE DEVA (Io che amo solo te). Io amo la Berti, non la Bertè. Quell’altre, kikazè? 6+

GIO EVAN & VECCHI THE VOICE (Gli anni). Ecco, gli anni: ma quanti ne hai, conciato come sei? Non ho altro da dire. S. S. (senza speranza, e non il ministro)

GHEMON & NERI PER CASO (L.E.I.) Sì.che.palle.però. 2

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA & DONATELLA RETTORE (Splendido Splendente) – Ah, c’è la Serracchiani. ‘Sti due sono insopportabili quanto inconsistenti. Sì, va bene, d’accordo, sono sessista, antigender, fobico, mimportasega. Splendido splendente, ‘sta versione è un po’ fetente, Donatella sii prudente, qui tu non c’azzecchi niente. Paaarappappapparà. 0,5

ARISA & MICHELE BRAVI (Quando) – Beh, oh, che vi devo dire, io la Pippa, tutta rifatta, me la farei. Perché no? Peccato gli artigli. Peccato anche quell’attaccapanni lì. Però lo vedi che se le dai un gioiellino lei lo sa far brillare. Rosalba quando la finirai di fare la Pippa con canzoni del pippero? 6 (senza l’attaccapanni un mezzo punto in più)

MADAME (Prisencolinensinailciula) – Va beh, e allora? [metti il voto, ma non più di 0]

LO STATO SOCIALE (Non è per sempre) – Quando il gioco si fa duro, i cazzoni smettono di giocare. Alla prima canzonetta normale – niente di che: normale – queste sardine canterine finiscono sott’olio, e, per quanto mi riguarda, sott’odio. Proprio vero, “non c’è niente che sia per sempre”. Neanche i giullari. 0 + o –

ANNALISA & FEDERICO POGGIPOLLINI (La musica è finita) – Veramente, per Annalisa non è mai cominciata: un’altra che proprio un lavoro non se lo vuol trovare. Va beh. Che inutile serata. Interpretazione senza senso, ma insignificante. S. V.

GAIA & YAKUZA (Mi sono innamorato di te) – Io no, anche se hai due belle tettazze. Vedi sopra. Quella della mafia giapponese non la conosco però decorabilissima. Manco Gaia so chi sia, e penso che non ho voglio di scoprirlo. S. V. ma con Gender

COLAPESCE & DIMARTINO (Povera Patria) – E così anche il povero Maestro Battiato Kundalino cola a picco. Altra canzone monumentale mortificata da due cacatine di piccione. – + –

COMA_COSE (Il Mio Canto Libero) – Quando si è così negati che si riesce a rendere repellente perfino un capolavoro. Il canto sarà libero, ma voi in galera, subito. – di 0

E qui il vostro martire si arrende. Non ne ha più. Telefono e Remarkable sono esauriti. Io, peggio. Non si può fare una trasmissione di 6 ore, per di più con questi disgraziati qua. A quelli che mancano, 0 sulla fiducia. Tanto fanno cagare come gli altri.

CONDUTTORI

AMA & FIORE – Ma più che altro, semiconduttori. Uno è ormai nel marasma più completo (Patato lesso), l’altro vive una seconda giovinezza, tutto compreso, da villaggio vacanze. 2 + 4 = 6 : 2 = 3

VITTORIA CERETTI – “Giovanissima ragazza” la definisce il Patato sempre più purè; poi dice che sta sulle copertine “dei magazzin”. Lei è un po’ da museo delle cerette, la classica [indovina il termine] che solo a fingersi simpatica le esce un’ernia. Voce paperogata odiosa, completamente a suo disagio: a malapena sa leggere, però la morale sui criminali da aperitivo, tre giorni fa, non ce l’ha fatta mancare (ecco perché è [metti il termine di prima]). Ornamentale, una bella pianta d’ortica. -2

OSPITI

ACHILLE LAURO – Per i suoi “quadri umani” il nostro Picasshole si piglia 120mila. Non so se ho reso l’idea. Con le aziende che chiudono perché gli arrivano tipo mille euro in un anno. Non so se ho reso l’idea. 41 (bis)