VENUS IN TOUR

VENUS IN TOUR

Non mi ha mai convinto questa Nunzia Schilirò, in arte Nandra o Narnia, e meno che meno mi convince chi dice: ma sì, almeno dice qualcosa, fa qualcosa. È proprio questo il guaio, che spesso ci si affida ai retori e agli sparafucile. Questa Nunzia già l’avevo fiutata ai tempi della manifestazione romana, quando salì sul palco e, da “privata cittadina”, però qualificata come funzionario di pubblica sicurezza, si esibì in un intervento condivisibile nella sostanza, ma disastrosamente inopportuno nella forma: impossibile che i vertici della Polizia lasciassero correre, ma sembrava che Nunzia o Nandra se la fosse andata a cercare. Dopodiché, la solita prevedibile trafila come apprendista personaggio, le interviste dal sapore vittimologico, la progressiva personalizzazione della protesta, qualche copertina, qualche filmato in cui il linguaggio del corpo diceva tutto, diceva della smania di uscir fuori, diventare influencer. Con gli occhioni sgranati, le labbra tumide, le espressioni sul trasognato che vorrebbe essere sexy. Quanto avrà posato Nunzia, quanto si sarà esercitata? Quindici giorni dopo la sua intemerata da palco ha buttato fuori un libro dove si celebra: e chi sei, Simenon? Ma la costruzione mediatica del personaggio ha tempi strettissimi, o il ferro lo batti caldo o sparisci. Nunzia lo ha capito e ieri, a Firenze s’è inventata questa roba populista delle donne contro il greenpass, chiamata “Venere vincerà”. Perché Venere? Perché Venere è donna, è volitiva, è la dea dell’amore, è bella, è sexy, insomma è Nunzia. Ero in collegamento con Byoblu, che m’ha invitato sapendo come la pensavo, ascoltavo Nunzia sul palco e non potevo crederci: preceduta da uno strampalato balletto new age di donne esaltate, è partita citando Aristotele e quindi Sabrina Salerno, “siamo donne”, però siamo madri, e la fecondità non poteva mancare, però siamo simbolo della pace, però siamo simbolo di bellezza, sapete che diceva Dostojevskij?, che la bellezza salverà il mondo, formula trita e ritrita quanto smentita dai fatti, ma Nunzia, ormai lanciata, era inarrestabile, eccola planare sulle donne simbolo di unione, come la calciatrice che ha fatto pestare una compagna da altre compagne per prenderne il posto, Venere simbolo dell’amore, ed eravamo già alla commedia pecoreccia, quindi la mistica del sogno, anche Nunzia ha un sogno, cambiare il mondo, vola basso, e solo le donne possono cambiarlo, chissà poi perché, comunque un pizzico di prospettiva magica non guasta, poi la veste profetica, “qui bisogna cambiare la Storia, sarà la prima volta nella storia dell’energia femminile”, ed eccoci a Greta, perché l’energia è donna, e a questo punto è partita la raffica finale, come per i fuochi d’artificio, Dio è donna, da feti siamo tutti donne, l’energia ha una matrice donna, la fisica quantistica, madre Teresa, il male che perde e il bene che vince, col “Ruggiè” di Verdone, “la soluzione è l’amore” (love, love, love), fino alla trasfigurazione da poliziotta in Verbo, Messia, “se non volete non credetemi ma fate come vi dico”, testuale, i maschi cattivi, che hanno bruciato 30 milioni di donne, il patriarcato, “ci fanno credere che siamo essere inferiori”, la Madre e i figli, “voglio lanciare un messaggio” e al lancio del messaggio il collegamento è provvidenzialmente saltato. Se Venere in fake è come Nunzia, o peggio è Nunzia, siamo a posto: a che mi serve una Michela Murgia versione grande fratello, un concentrato di banalità, aria fritta, luoghi comuni in smalto verde smeraldo? A che mi porta invocare unione, tutti insieme contro il regime, e poi scagliarsi contro i maschi tossici e bruciatori di streghe, tanto per strizzare l’occhio al target veterofemminista? Ecco perché non ha senso osservare che “almeno dice qualcosa”: se uno deve dire stronzate, è controproducente. Le Schilirò, i Puzzer, sono solo casinisti in libera uscita: non si capisce bene se si stanno offrendo a qualche partito o se vogliono farsene uno loro, ma si coglie quella disperata voglia di cambiar vita, di prendersi la ribalta. Hanno capito che in fondo è facile, basta ripetere le quattro cazzate che piace sentire agli ingenui e ai suggestionabili. Ma così non si va da nessuna parte, così si sistemano loro ma lasciano nelle peste quelli che li seguono. Nunzia, ex poliziotta, si è prodotta in uno sconcertante rosario di scemenze infantili, fornendo ottimi argomenti a quanti con malizia dipingono i contrari al greenpass come degli esaltati velleitari. Ma in una protesta, in una opposizione al regime montante ci vuole serietà e ci vuole rigore. Servono contenuti e una certa misura nel proporli e nel proporsi. Occorre credibilità e intelligenza. Invece abbiamo il sentimentalismo patetico di Puzzer, che ogni mattina fonda un comitato, un coordinamento per sfondarlo la sera, e il qualunquismo in rosa shocking di questa Nunzia che ricorda la bella figheira di Anna Marchesini. Sarò malfidato, sarò cinico, sarò vecchio, ma ne ho già visti troppi passare. Grazie, no. MDP

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