TRAPPOLE PER GIORGIA

TRAPPOLE PER GIORGIA

A questo punto non è più una questione politica ma umana: Giorgia Meloni, che Berlusconi si vanta di avere creato, dimostra indipendenza e in due giorni distrugge il potere del vecchio satrapo, eternamente convinto che la ragion di stato coincida coi suoi piaceri, i suoi segreti, i suoi ricatti. “Non sono ricattabile”, come a dire tu puoi dire lo stesso? È una risposta terribile ai foglietti senili del Cavaliere, perché mette il dito nella piaga: la Ronzulli ti spreme con la minaccia di rivelare quello che noi sappiamo, che la gente comune intuisce, ma che messo nero su bianco ti farebbe morire subito. Da cui l’intervento dei figli, che dovrebbero solo interdire il genitore non più compos sui. L’esordio della ragazza Meloni non poteva essere più duro, più spinoso, per il momento ha vinto lei e può dire: o si fa come dico io, che le elezioni le ho vinte, oppure si torna a votare e allora faremo i conti. Salirebbe a proporzioni inusitate, ma sarebbe devastante anche per lei. PerchéiIl governo dei pessimi, i più abietti e i più malvagi, si congeda ma è sempre lì, in spirito, in scia ma è lì. E minaccia. Draghi l’inetto, o insetto, o infetto, va ai vertici e la successore sembra molto confortata in questo, almeno per il momento. La sera delle elezioni, stravinte, aveva detto: non c’è più tempo. È passato quasi un mese e ancora non si sa niente del governo, delle nomine, delle cariche, tutto procede a rilento in una fatica dannata. Cosa che incoraggia le provocazioni e le falsità della stampa progressista controllata dal PD. Giorgia Meloni per fortuna ha smesso di rivolgersi ai patrioti, che suonava un po’ ottocentesco, ha indurito i toni, ma deve ancora cominciare tutto. E tutto è da fare, il paese è sull’orlo di una crisi di nervi, il pericolo che la prateria prenda fuoco è concreto e lo dimostrano le farneticanti, ma fondate, minacce immediatamente partite contro i presidenti delle Camere. Ogni giorno che passa l’emergenza si allarga, che Dio ci aiuti: nessun ambito, nessun comparto sociale è meno che dilaniato, le bollette che hanno già cominciato a suicidare chi le riceve – se l’infarto non ti arriva da Pfizer, ti arriva da Enel. La transizione ecologica truffaldina, infame porta, come auspicano i vertici di Bankitalia, ad aumentare sempre più i prezzi così chi muore tace e chi vive si fa l’auto elettrica. Si assiste allo scempio milanese, seicentomila veicoli fermi, un milione e seicentomila appiedati, impossibilitati a raggiungere la città, anche i poliziotti, anche i tramvieri. Perché Sala ha in mente la ridefinizione sociale dei ricchi e un suo assessore, di sessualità indefinibile, s’è messa in testa di scavalcare Greta, la cretina delirante, sulla pazzia ambientalista. Quo vadis, Giorgia? Dalla sinistra piddina alla destra di Forza Italia, è tutta una conferma di una gran confuisione e miserabile confusione politica e umana. Berlusconi muore peggio di come ha vissuto, gli è rimasto pochissimo, Salvini si è blindato con le purghe in Veneto ma in Lombardia la situazione è diversa e comunque la sua posizione non è sicura, non è affatto stabile. In ogni caso, sono loro al traino, non Meloni che può a buon diritto dire: se non vi va bene, tante grazie io me ne vado e tanti saluti a Mattarella: mica me l’ha ordinato Speranza. E questo sembra finalmente essere il viatico della premier in pectore: “Caro Silvio, io non sono ricattabile”. Molto bene, moltissimi punti acquistati, ma occorre continuare, le emergenze sono tante e non solo energetiche, una su tutte: rimuovere le prepotenze residue introdotte dal regime Draghi, cancellare le multe per gli over 50 non trivaccinati, stoppare la criminale alluvione di cartelle esattoriali e di avvertimenti “bonari” dal fisco, rendere insomma il paese più vivibile, più lavorabile. E non cullarsi: Meloni è riuscita, per ora, a rintuzzare le manovre indecenti di un Berlusconi che a quasi 90 anni affonda nello squallore istituzionale in cui ha sempre condotto la sua azione politica, ma è pur vero che in questa eterna vigilia il centrodestra è riuscito a farsi destabilizzare da una sinistra da cassonetto. Il motivo è semplice: neanche in Fratelli d’Italia si trovano figure di risalto, il partito meloniano non ha eccellenze e i possibili boiardi declinano, si sfilano. Ma questo non andava previsto per tempo? Hanno fissato la cerimonia di incoronazione di Carlo, Giorgio III, a Westminster: il 6 maggio del 2023, per quella data Meloni sarà “pienamente operativa” o anche lei il ricordo di una meteora? MDP (per sostenere il Faro basta una ricarica su Paypal tramite mail maxdelpapa@gmail.com)