QUESTI BABY MOSTRI NON SONO MATTI, SONO CINICI E VIZIATI

QUESTI BABY MOSTRI NON SONO MATTI, SONO CINICI E VIZIATI

Ho letto qualcosa del balordo tredicenne stragista di Belgrado e mi è passata la voglia di capire, di contestualizzare, di scusare: il trionfo dell’egocentrismo criminale, tutto un io, io, io, io sono uno psicopatico, io dovrei curarmi, però io, io, io. Qualcosa che a prescindere dall’orrore suscita rabbia, esasperazione: allevali col piumino da cipria e ti stermineranno. Questi stragisti poco più che infantili non sono matti in senso tecnico, sono immaturi, finti problematici, regolarmente iperviziati, disadattati per eccesso di benessere che non valutano le conseguenze della malvagità ovvero le mettono in conto: pur di mettersi in mostra qualunque cosa va bene, abominio compreso. Sanno che se la caveranno: se invece delle ninnenanne televisive, degli affidi ai preti sociali in tutto l’Occidente, impunità e barchette di carta per la riabilitazione, fossero sicuri di finire in un manicomio criminale dal quale non usciranno, sono certissimo che desisterebbero immediatamente. Invece calcolano tutto, nella loro testolina da piccoli mostri, e decidono che ne vale la pena, anzi anche la reclusione assistita, coccolata è un’esperienza. Un’altra cosa sanno: che a tempo debito la palude mefitica del narcisismo cannibale li accoglierà, esattamente come sognavano. Anzi, come pretendevano. Ai tempi miei c’erano, come in ogni tempo, certi coetanei che tu capivi essere diversi, quella luce opaca negli occhi, la luce spenta dei potenziali assassini, dei violenti istintivi, ma si riusciva comunque ad imbrigliarli, a contenerli, salvo casi straordinari. Adesso è un’epidemia di patologie alla moda nel segno della rassegnazione, il si salvi chi può che non salva nessuno. Un cretino psicotico, ma di più cretino, fissato con le dietrologie che appassionano gli antagonisti per noia e per suggestione, sviluppa una mania per una psichiatra che finisce per macellare; e ci vedi l’estremo del bimbo capriccioso, che pretende attenzione, che impone il suo disperato non esistere. Dicono avesse protezioni politiche, l’omicida della terapeuta di Pisa, che venisse eccitato, usato per le sgangherate crociate dei complottisti a tempo pieno; già, ma come si chiama? L’eccesso di garantismo ha subito rimosso il nome, a pochi giorni di distanza diventa difficile reperirlo in rete, Gianluca Paul Seung, ad ogni buon conto. Pregiudicato, considerato pericolosissimo, ma libero di agire e di uccidere dacché l’immaginifico Basaglia, quello dell’antipsichiatria, decise a suo tempo che la malattia mentale non esisteva, era frutto dell’alienazione capitalistica come voleva quel bel gruppo di sciroccati marxisti dei francofortesi, di Marcuse; la politica garantista gli andò dietro e invece di abolire i manicomi lager preferì abolire direttamente la follia, per decreto. Scaricando le conseguenze dell’irresponsabilità sulle famiglie e la gestione, di fatto inesistente, sulle strutture pubbliche, risoltesi in dispensari di farmaci, e su quelle cattoliche che funzionano come dispensari di preghiere. Una tendenza che ha preso piede in tutta Europa se non nell’intero Occidente onirico. A Belgrado, per non sbagliare, insieme al ragazzino mostro hanno arrestato anche il padre che teneva un’armeria in casa. Che è come dire: non abbiamo fatto niente prima, strafacciamo adesso, ma uno strafare inutile e patetico, non meno alienato e pretestuoso perché le armi sono strumenti e perfino alibi di scelte politiche precise quanto sconsiderate. Bisogna capire questi nostri piccoli terroristi che fanno fuori otto bambini e uno del personale dopo aver pianificato tutto nei minimi dettagli per un mese? Bisogna impietosirsi alla loro giaculatoria infame, io, io, io, e niente altro esiste, niente altro conta? No, non ho voglia, non ho più voglia di interrogarmi, di impietosirmi, so solo che, dipendesse da me, questi farei in modo di annientarli velocemente così come si stronca un virus. Non credo al recupero, non mi interessa il pentimento e comunque chi è stato capace di tanto, solo per capriccio, non può venire riabilitato, va reso inoffensivo come una pianta non più carnivora. E, quando secca, va estirpato. L’io, io, io oscilla fra lo stragista e il mascalzone, tra il boia tredicenne di Belgrado e Greta climatica che potenzialmente potrebbe benissimo scatenare qualcosa di simile, fra l’esaltato trans che assalta una scuola e le rompicoglioni petulanti dell’attivismo climatico che bloccano via del Tritone tettine al vento, delle tettine asfittiche, appassite, sarà la CO2. E lo capisci che fanno quello che fanno solo per finire nel cono di luce di uno spot, si tratti di terrorismo scolastico o ambientalismo Onlyfans. Il conduttore televisivo Zoran Kesic, il cui figlio frequenta la scuola dell’eccidio, ha così sancito la totale mancanza di senso di tutta questa storia allucinante: “Non so cosa dire, sono molto arrabbiato”. La sintesi perfetta, sconclusionata ma perfetta, per una tragedia sconclusionata. Ma perché noialtri, cresciuti, invecchiati in modo faticoso ma ancora decente, ancora responsabile, dovremmo capire queste merde che uccidono all’ingrosso solo per poter dire guardatemi, consideratemi, io esisto e non so quello che voglio, ma lo voglio? MDP (per sostenere il Faro basta una ricarica via PayPal tramite mail maxdelpapa@gmail.com)