ARMI E SANZIONI

ARMI E SANZIONI

Mi chiedono, anzi mi provocano, sulle sanzioni per la Russia e sulle armi agli ucraini: ma che devo dire io, che mi limito a tenere il punto di una realtà che vedo e che molti sembrano non voler vedere? Insisto: c’è un invasore e c’è un invaso, il resto sono le parole ipocrite di chi tifa per l’invasore, vuoi perché sogna le nuove bandiere con la falce e il martello, vuoi perché, da imbecille, crede che una sana dittatura sia sempre meglio di una corrotta democrazia. Ma qui mi fermo, non è obbligatorio avere la soluzione per tutto. Sanzioni? Armi? Certo non si può stare a guardare mentre un genocidio è in corso, qualcosa la comunità internazionale deve fare, un segnale lo deve dare. Ma nelle Marche dove vivo, nella provincia dove vivo, il Fermano, ci sono tremila fabbrichette di scarpe che danno da campare a diciannovemila lavoranti, che vuol dire ventimila famiglie circa, ottantamila persone, uno su due in una provincia che quasi solo di questa economia vive. Cento milioni di esportazioni, novanta in Russia, dieci in Ucraina, e adesso è tutto fermo. Dicono: è una cosa temporanea, ma il Fermano calzaturiero vive una crisi endemica da vent’anni, la globalizzazione spinta lo ha travolto, qui c’era gente passata dalla pesca al capannone familiare che tra i Sessanta e gli Ottanta ha fatto i soldi, poi non ha saputo come investirli e come adeguarsi alla mutazione tecnologica. Si sono salvati, hanno tirato avanti alla meglio per altri dieci, quindici anni ma poi molti si sono arresi mentre la concorrenza si faceva globale, troppo complicata e loro non sapevano come aggredire i mercati internazionali. La Russia ha rappresentato un polmone, coi compratori chiassosi, a volte malavitosi, ma pieni di denaro pronta cassa. Poi, sei anni fa, il terremoto, le macerie persistenti, una ricostruzione non ancora partita. E quattro anni dopo, la pandemia che ha chiuso tutto. Ha senso adesso imporre sanzioni che finiranno di ammazzare un comprensorio? Ma Draghi, il supertecnico, il raffinato economista, così dicevano, questi problemi non se li pone, lui ha consegnato mani e piedi ai desiderata altrui perché punta alla presidenza della Nato. Siamo totalmente contro Putin, a favore non del preoccupante presidente dell’Ucraina quanto del suo popolo, ma le cose vanno dette. Le sanzioni devono indebolire l’aggressore, ma se sterminano l’economia di un Paese neutrale, che non partecipa al conflitto, che sanzioni sono? Poi si potrà dire che servono ad arrestare il delirio di un folle, ma la sostanza non cambia: con queste misure, l’Italia si evira da sola. Quanto alle armi, certo, Zelenzky non si stanca di chiederne sempre di più e abbandonare gli ucraini al loro destino è fuori discussione, chi sostiene che bisogna lasciare libero Putin di annettersi una nazione in rovina per non irritarlo, non merita risposta. Che poi l’invio continuo di armamenti serva davvero ai resistenti, e non a chi le fabbrica e le vende, a chi da questa invasione cerca di ottenere vantaggi strategici, è tutto da capire. Sì, dietro Putin c’è Xi, e dietro Xi c’è il pericolo di una egemonia planetaria; ma siamo sempre lì: sicuri che la strategia armi più sanzioni davvero porti frutto? Qui il cronista si ferma, non avendo le certezze dei propagandisti e dei cialtroni. Ho polemizzato, a proposito, con uno di questi che si sta godendo il momento di piccola notorietà aspettato da una vita: è un fregnacciaro esaltato dalle fogne dei centri sociali, uno che, a corto di credibilità, ha pensato bene di mandarmi la canea latrante. Ma gli serve a poco e della nomea di fazioso, di propagandista putiniano non si libererà più. Poi io sono un osso troppo duro e i senza nome che mi attaccano mi diverto a spiattellarli. Ha ragione il mio amico Capezzone, noi non dovremo pentirci di una sola riga scritta, altri invece… Ma non si pentiranno: fuggiranno, per riemergere con la solita faccia di merda alla prossima occasione, per una nuovo fallimento. La vera informazione! Quella fuori dai giochi, alternativa! Ma se questi più sputano sul “sistema” e più spingono per entrarci. Più insultano chi guarda la televisione dei padroni e più se ne fanno ospitare, dando regolarmente prova di una mediocrità avvilente. E quando glielo ricordi, non potendo obiettare, ti mandano i cagnetti da bastonare. Lo sanno o non lo sanno questi avventurieri, questi apprendisti che l’Eni in ottobre aveva avvisato l’intero indotto dell’energia che Putin preparava l’invasione dell’Ucraina per febbraio? Lo sanno che un report preciso della CIA avvisava in questo senso? Ma la CIA è americana, è l’Occidente e l’Occidente mente sempre, forza Putin, che noi ci fidiamo delle tue puttanelle che prendono soldi, cash e anticipati, per andare a dire ciò che la propaganda vuole, vendendosi sempre al miglior offerente. E con l’aura del martire, cioè io parto ma voi dovete costruirmi il battage di martire. Li conosceremo, questi ladri di coscienze e di verità… MDP (per sostenere il Faro basta una ricarica via Paypal tramite la mail maxdelpapa@gmail.com)