CARA GIORGIA, FANPAGE NON FA TESTO MA IL PROBLEMA ESISTE

CARA GIORGIA, FANPAGE NON FA TESTO MA IL PROBLEMA ESISTE

Quella di Fanpage, sito scandalistico vicino al PD, è la classica porcata preelettorale ma a Giorgia Meloni dovrebbe servire. Il suo partito, come tutti gli altri, è debole, è fuori controllo e non basta una donna sola a gestirlo, a mondarlo delle erbacce. Giorgia Meloni col fascismo non ha niente a che spartire e non potrebbe neanche se lo volesse, ha 44 anni, ma Fratelli d’Italia si porta appresso le incrostazioni del travaso dell’ala nostalgica del fu Movimento Sociale, degli ‘Gnazio La Russa e di troppi altri. Poi, certo, questa è la tipica situazione mafiosa da triangolo PD-Sito scandalistico-Magistratura, e non porterà più che tanti risultati: ormai la gente che vota, anche la più sprovveduta, il gioco l’ha capito, è un gioco che va avanti da quasi 30 anni e a questo punto non funziona più. Il problema però esiste e l’ha messo sul tavolo Franco Cardini, uno che di suggestioni se ne intende al punto da sfogare la sua avversione verso l’occidente moderno (lui preferisce quello medievale, del cristianesimo magico intriso di mitologie esoteriche) con una delirante comprensione per fondamentalismo islamista, allo stesso modo di quell’altro falso ribelle che è Massimo Fini. Quindi sa benissimo, e lo dice, che Fratelli d’Italia di quelle nostalgie è infetto. Non è tanto questione di evocazioni più o meno idiote, è proprio il livello generale a risultare scadente oltremisura: chi c’è insieme a Giorgia Meloni, una sgobbona che studia tutto e su tutto si prepara? Una donna sola al comando ma anche in retrovia; il resto è sbobba, folklore o peggio, è sbraco da saluto romano in trattoria. È questo a rendere poco probabile la giovane leader alla guida di un governo, non altro. In televisione ci manda un cognato, un congiunto, questo Lollobrigida di cui uno si chiede sempre il senso. In giro va lei, ovunque, senza alternative e senza scampo. Dovrebbe rifare il partito, depurarlo dalla erbacce e dalle smanie sovvenzionaliste, non si sente mai uscire dal seno di Fratelli d’Italia un discorso alieno al pubblico, il privato è come non esistesse, fatta eccezione per la retorica delle botteghe, dei fruttaroli e i pizzicagnoli. Ma quanto al gioco duro, Fratelli d’Italia non è meno statalista dei 5 Stelle e del PD. Dove sta un orizzonte, dove una strategia in questo partitino nato quasi per scherzo e oggi misteriosamente il più votato, almeno in potenza? Finora la comunicazione politica di Fratelli d’Italia è stata tutta in negativo, su cosa non si vuole, sulla retorica patriottarda e nazionalista, un po’ andante, alla “piove, governo ladro”. Ma quanto a proposte concrete, c’è il vuoto o quasi. La leader non è una ideologa e non ha teste pensanti, fatta eccezione per quel Crosetto che sta nelle retrovie e si occupa di affari imprenditoriali. Altri la risucchiano nel vortice di sacre memorie che lei non può condividere, non può capire. A merito di Giorgia Meloni va di aver saputo resistere alle lusinghe di governo, trasformandosi, come il resto del centrodestra, in appendini della sinistra. Ma la sua opposizione è molto cauta, molto prudente, condotta con un occhio a quella Unione Europea che mai darà semaforo verde alle ambizioni della giovane Giorgia. E adesso arrivano le prime inchieste pilotate, come avevamo predetto, come era facile pronosticare. Attenzione, non sono fini a se stesse o alla campagna per le amministrive, sono avvisaglie per far capire che molto di peggio si prepara. E, vuoi o non vuoi, negli armadi di un leader o almeno di un partito qualche osso lo trovi sempre. Giorgia Meloni è una giovane donna di potere, determinata, seria, anche preparata, ma da sola non va da nessuna parte e anche una tresca come quella che la investe oggi può aprirle gli occhi, può servire a prendere atto che il suo è un partito che non c’è, che trae ragion d’essere da un consenso forte ma volatile; se non si dota di una struttura seria, di quadri giovani alla sua altezza, è destinata a sparire. Che lo sappia o no, che lo accetti o meno.

MDP

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