FUORI DAI DENTI, SENZA CONSOLAZIONI

FUORI DAI DENTI, SENZA CONSOLAZIONI

Non sopporto nessun pensiero unico, che poi è pensiero dominante, e quindi, a costo di scontentare tutti e quindi perdere ulteriori lettori, scriverò quanto segue. Che Putin è un criminale – e senza “ma” che tengano; che la colpa dello stato di cose è sua e solo, ripeto solo, sua; che quell’altro, Zelenzky, è un inadeguato che gioca al rialzo nella pretesa che l’Europa e più in definitiva l’Occidente faccia il lavoro sporco per lui (poi se venga o meno manovrato dagli americani non mi importa qui di stabilirlo); che gli stessi Stati Uniti stanno assecondando questa situazione e so benissimo che quando c’è un conflitto armato ciascuno approfitta come meglio può: nella fattispecie, l’America è preoccupata di non avere più la presa storica sull’Europa, a beneficio della Cina, e quindi cerca di spezzare il fronte sinorusso: legittimo, cinico, comprensibile, forse anche giusto in chiave geopolitica, ma non piacevole. Ma meno di tutti mi convince Draghi il quale negli Stati Uniti ci va per due cose: uno, partecipare al business postbellico, cioè quanti affari mi fate fare con la ricostruzione, e due, voglio fare il capo della Nato. Non è responsabilità americana l’invasione dell’Ucraina, specifico, neppure in senso storico: basta conoscerla un po’ la storia russa, sovietica e postsovietica e basta informarsi sui reali intendimenti di questo Zar esaltato (e non venitemi a chiedere le fontiih, le fontiih, io non lavoro per chi mi legge, le fontiih ve le trovate facilmente da soli, basta un clic). Ma tutto è complicato e confuso. Non mi convincono le equazioni tra Covid e invasione, tra greenpass e Donbass, considero irresponsabili o farabutti i putinisti, gentaglia che cerca, con mediocrità perfino patetica, di ricostituire vecchi assetti di potere ideologico e mediatico, vedi Santoro e Travaglio. Ma ci vado cauto con le sentenze, perché mi metto nei panni e non so cosa farei. Le armi, per esempio: in linea di massimo trovo giusto rifornire l’Ucraina, non è possibile che di fronte a una operazione così violenta e spregiudicata il mondo stia a guardare; altro discorso è se un continuo rifornimento, come pretende Zelensky, porti a qualcosa e non è questione di fare la pace con le parole ma di realismo da ogni prospettiva. A chi rifornisce importa niente del popolo ucraino, i fabbricanti e mediatori e venditori di armamenti stanno facendo affari che fanno impallidire quelli dei vaccini e questo è un dato di fatto e ne va tenuto conto. Sulle sanzioni invece ho opinioni più nette, discutibili ma non le cambio: non servono a niente, indeboliscono solo alcuni Paesi e l’Italia più di tutti. Solo nelle Marche, nel distretto Fermano, dove vivo, tremila fabbriche di scarpe e ottantamila addetti, su una popolazione di centosessantamila persone, una su due, vivono di commesse con la Russia (e l’Ucraina): i produttori hanno deciso di violare l’embargo e, con triangolazioni commerciali e altri mezzi, si son messi a portarle loro in loco: più che legittimo direi doveroso, io avrei fatto lo stesso, chi ci governa, si fa per dire, certi problemi non se li pone, oppure se li pone per giocare ad uno sfascio che a questo punto inquieta quanto a reali motivi, ma io debbo far mangiare i miei figli e se i miei figli crepano di fame non aiutano i figli degli ucraini in nessun modo. Questa trovata di sacrificare chi non c’entra, di imporre la fame, il freddo, l’isolamento francamente ha stufato, è offensiva e malata come il doppio booster. L’Unione Europea è una metastasi e non si è smentita neppure questa volta: non c’è nessuno in quel parco di divertimenti che sia lontanamente presentabile, una accozzaglia di miserabili e malviventi a partire da quella con la cofana, l’altra che sembra un rapace, eccetera. L’Unione Europea è stata la nostra rovina e mi dispiace che la “antagonista” Meloni voglia a suo modo più Europa credendo di arrivare a fare la premier, cosa che non sarà mai possibile proprio per l’Europa e comunque fino a che comanderà Mattarella. Se questa è l’opposizione, chi ha bisogno di alleati. Alla fine c’è solo da sperare in un evento calato dall’alto dei cieli, risolutore alla maniera violenta che spesso assumono i miracoli. Posso solo dire che mai come in questo passaggio mi scopro insofferente e svuotato nel lavoro che faccio e che consiste nel proporre analisi e idee a un pubblico: la brava gente italiana mi pare sempre più incarognita, istupidita, mentalmente miserabile, culturamente insopportabile, “ah ti seguo quando parli di vaccini ma ti odio quando critichi Putin”. Dei massacri, dei bambini deportati e sterminati, non frega un cazzo a nessuno, l’unica cosa che conta è provocare, rompere i coglioni, farla fuori dal vaso. E poi darsela a gambe. Intanto le puttanelle di Orsini sono scomparse, tutte. Neanche la dignità di venirmi a dire mi ero sbagliato. Questa mia gente fa schifo e io lo faccio a loro: a che serva ancora scrivere, per chi, lo capisco sempre meno. MDP (per sostenere il Faro basta una ricarica via Paypal tramite mail maxdelpapa@gmail.com)

2 Risposte a “FUORI DAI DENTI, SENZA CONSOLAZIONI”

  1. Caro Max, scrivi divinamente. A volte condivido tutto, persino le virgole, altre un po’ meno però, proprio quando non condivido, mi sfidi a rivedere le cose da un altro punto di vista senza per forza dover cambiare opinione. Sei sempre un punto di rifermento, con la tua ironia e, a volte, la tua rabbia. Forza e coraggio! Un tuo affezionato lettore.

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