IL PAESE MASCHERATO

IL PAESE MASCHERATO

Ho capito che di propaganda per la mascherina non ne sentiremo più e non perché si sono tutti spostati su Putin ma perché non ce n’è più bisogno, gli italiani sono assuefatti. Entro nei supermercati, nei negozi e regolarmente sono l’unico senza e mi guardano come un criminale. Io li ricambio con disprezzo maggiorato, ma hanno ragione loro, è la forza del numero. E con loro aveva ragione il regime che sapeva cosa faceva, l’esperimento sociale, o meglio asociale, è pienamente riuscito: tu schiacciali come merde e loro non reagiranno. Del resto, non ci è voluto molto. Certo, la tentazione di polemizzare, ad alta voce, viene, ma a che pro? Io sono libero di venire maledetto siccome la mascherina non la porto, e gli idioti sono liberissimi di continuare a portarla a vita. Perché? Non lo sanno neanche loro. Perché non si sa mai. Perché tanto male non fa. Perché è meglio. In cosa credono gli italiani? Nella superstizione e nel governo che maledicono, vanno in chiesa ma tengono la cabala sul comodino e Dio lo pregano per fare i soldi o per far morire chi odiano. Lo aveva capito bene Paolo Villaggio. Il ballo in maschera non finisce e non finirà, questo popolo feroce nelle cose minime, imbelle in quelle importanti non ama la libertà e la detesta in chi se la permette. Tutti plurivaccinati, supermascherati e tutti positivi: fa niente, va bene così anzi è la conferma che occorre insistere, se una cosa non serve la si fa con maggiore vigore, “non si sa mai”. A forza di non sapere mai, nessuno sa più cosa sta facendo. Commesse, clienti, tutti ancora con l’umiliazione dello straccio in faccia che non scherma, non serve a niente anzi fa ammalare ma, come diceva uno di questi virologi ladri e cialtroni, deve diventare di moda. Ed è facile immaginare cosa saranno le spiagge, tra un paio di mesi. Per due anni ho scritto contro questo regime che costringeva i miei connazionali: non avevo capito niente, i miei connazionali erano, sono felicissimi di farsi maltrattare, umiliare, sono quelli che fanno la spia, che si vantano sui social di essere ortodossi oltre il limite della scemenza. Il regime c’è, ma se lo tengono stretto e se si lamentano è solo per un riflesso condizionato, per dire qualcosa. Dicono: ma è presto, poi col tempo tutti si riabitueranno a fare senza. Davvero? Presto dopo ventisei mesi? Non serve neppure sapere che in tutto il mondo questa mania, questo feticismo del potere è sparito per tempo: sì, va bene, facessero come gli pare, però non si sa mai. Lo hanno chiamato ritorno alla normalità ma non c’è ritorno e non c’è normalità, c’è solo l’ordinarietà del manicomio. In giro con pezzuole tossiche che dovrebbero respingere il raffreddore e invece lo fanno venire, scatenano riniti, allergie, asme, complicazioni. Uscendo imbufalito dal supermercato mi veniva un altro pensiero: dove sarebbero tutti questi nomask se perfino adesso, decaduto l’obbligo, non se ne trova uno? Mentivano, alla prova dei fatti si sono rivelati dei cialtroni. Ma si considerano furbi. Non credevano a niente, tutto era propaganda, tutte fake news, i telegiornali falsi, i giornali vigliacchi, ma potendo scegliere, hanno deciso di fare come veniva loro detto. E, se tanto mi dà tanto, coi vaccini è andata allo stesso modo. Novax, nomask, ma di facciata: alla fine fanno quello che gli viene comandato anche quando nessuno glielo comanda. E non mi si venga a dire che “io no, io la mascherina non la metto”, perché uno smascherato non fa primavera, è sulla massa che si ragiona e la massa è quella che è. Fatta di cadaveri ambulanti senza più il coraggio di mostrarsi in faccia. MDP (per sostenere il Faro: ricarica su Paypal via mail maxdelpapa@mail.com)