IL DILUVIO DOPO DI LUI

IL DILUVIO DOPO DI LUI

Arrogante, ambiguo, menzognero: “Non mi candiderò”, ma non ha voluto altro. Draghi non ha digerito lo scherzo da vecchio democristiano di Mattarella, vieni a fare il premier e fra un anno prendi il mio posto. E il tecnico, che si fidava ma di politica non capisce niente, si è fidato ed è stato impallinato: il grande reset naufraga contro lo scoglio di un migliaio di nullità del Parlamento. Adesso l’ex SuperMario è una figura patetica, senza prestigio, neppure in Europa dove spera di tornare, i suoi fallimenti, la sua insipienza stanno sotto gli occhi del mondo. Ma pericoloso perché pieno di rancore, decisissimo a farla pagare non tanto al sistema che l’ha sedotto e abbandonato, quanto al Paese. Continuerà nel gioco sporco, vi permetto, vi riapro e intanto stringe le maglie, come ha provato con le isole, come con le mascherine, con la vaccinazione stupida e terroristica da protrarre in eterno. Ci riuscirà? No, ormai è cotto, andrà via presto, ma è certo che fino all’ultimo schizzerà tutto il veleno possibile. Individui così non hanno a cuore altro che la propria ambizione, e considerano una bestemmia qualsiasi resistenza. Il suo governo è stato un regime, si è comportato al limite del criminale, ha occultato, ha truccato riscontri, ha imposto terapie e soluzioni deleterie, ha compresso le libertà democratiche, ha umiliato i sudditi, ha illuso, non ha sorretto, ha fatto salire di 162 miliardi un debito pubblico già stellare, ha ignorato la crisi energetica e quella migratoria, ha paralizzato tutto, ha distrutto intere filiere, provocato l’epidemia di attività, di imprese, spinto la gente a darsi fuoco o sul cornicione della follia, diviso la gente, messa gli uni contro gli altri, imposto una comunicazione delinquenziale, diffuso falsità, introdotto una misura spaventosa come un lasciapassare per tutto che ha sgomentato il resto del pianeta, ma lui niente, neanche una piega, sempre quel sorrisino tirato, sprezzante, forse sadico, e ieri ha detto che il governo funziona, che non c’è da rimpastare, che gli Speranza, le Lamorgese restano dove stanno. Anche Di Maio con la crisi ucraina. Come a dire: non ho ancora finito, vi ho ridotto peggio della Grecia ma andrò oltre. Il delirio del dittatore che ha perso ogni contatto con la realtà, che si nutre della propria insania. Sarà anche stato l’ineffabile grande reset, ma la sensazione è che la faccenda sia sfuggita di mano, che nessuno sia più in grado di controllarla, a meno di manovre giudiziarie, piccoli torbidi intrighi italiani. Nessuno sa dove vuole arrivare Draghi, a che serva la sua permanenza, che senso abbia uno che fa una conferenza stampa per dire che non ha bisogno di nessuno, è il meglio di tutti e se vuole un lavoro se lo trova da solo. Mentre l’inflazione galoppa, l’energia costa sangue, le aziende si arrendono, lo spread sale, il credito è a rischio, i risparmi privati tremano, la riforma catastale è l’ennesima trovata malavitosa per spillare altri soldi, come le mascherine inutili all’aperto, come i tamponi a venti, a settanta euro, come le mille piccole incombenze quotidiane che non il Covid, non l’emergenza, ma un regime senza opposizione e rovinoso regime. Cosa vuole Draghi? Cosa spera di ottenere? I soldi non arrivano e non arriveranno, l’Europa con la scusa dei rincari “imprevisti” dei costi energetici ha messo le mani avanti, ha ritoccato le sue stime esoteriche e un conto sono le alchimie dei parassiti a Bruxelles, un altro mettere insieme il pranzo con la cena ogni giorno in un tempo senza sbocco. Non abbiamo avuto una politica, ma un sistema logoro che ha cooptato il peggiore. Non abbiamo avuto istituzioni, ma una burocrazia canaglia che si è ulteriormente ramificata stritolando il possibile. Non abbiamo avuto, se non in minima parte, informazione ma propaganda. Non abbiamo avuto scienza ma corruzione. Non abbiamo avuto unità sociale ma odio e superstizione e anche i più zelanti cominciano a prenderne atto. Draghi vuole candidarsi e come ma politicamente è un cadavere che cammina; il Paese sta peggio, è uno zombie collettivo che solo adesso comincia a rendersi conto di esserlo, di cosa questo personaggio che descrivere “vile affarista” è riduttivo, è indulgente, ha saputo scatenare. Di buono c’è che anche chi lo ha inventato è rimasto travolto e non potrà resistere, o resiliere, non li vorranno più se non per inseguirli col bastone. Di cattivo, che le conseguenze di questa nullità incensata l’Italia le patirà per anni, forse per sempre. (grazie a chi sosterrà il Faro con una ricarica su PayPal tramite la mail maxdelpapa@gmail.com) MDP