IL PRESIDENTE ELOGIA LE TASSE

IL PRESIDENTE ELOGIA LE TASSE

Il discorso del Presidente lo seguo da sempre per ragioni un po’ professionali e un po’ digestive: con quest’ultimo, più le seconde. So che, nel peggio, non mi deluderà e infatti non mi ha mai deluso, quest’anno più che mai. Poi ho letto analisi anche le più strampalate, io qui propongo la mia e sono sicuro di non sbagliarmi troppo: in sintesi, dice il Capo, a dare le carte sono sempre io. Più in dettaglio: la Costituzione sono io, lo stato sono io, il potere sono io e quanto alla ragazza attualmente in carica, se non fila dritta camminerà con le stampelle. Non sto a soffermarmi sui singoli punti, me la cavo con la sensazione immediata, dritto per dritto. Ormai il soggetto lo conosciamo. E lo conosce anche la ragazza, che difatti non fa e non farà mai niente per indisporlo: pensa così di durare, ma durerà fino a quando non deciderà questo nonno mannaro che vorrebbe apparire innocuo ma proprio non ci riesce. Chissà come fa a mettere così paura a tutti. Comunque, che a dare le carte sia sempre lui, non ci piove e si capisce da particolari evidenti, per esempio il Covid: confermando un certo qual ostinato conformismo, il Capo dice che la battaglia non è ancora sconfitta (bum!); difatti ha imposto alla fanciulla un ministro salutare che è di fatto la continuazione del sinistro mattoide di prima. Siamo al rigetto della realtà e così funziona più o meno per tutto, poi i proclami da balconcino si possono sempre fare, tanto volano via nel vento. Morale del potere, se e quando gli gira al nonnino con l’occhio fisso e il pantalone cascante, si torna tutti ai ceppi e poi la voglio vedere la signorina Libertà ad opporsi. E va bene, siamo tutti consapevoli, però c’è un punto, uno solo, sul quale non posso non soffermarmi: è dove è stato detto che la Repubblica appartiene a chi paga le tasse e che pagare le tasse “serve a far funzionare il paese”. Magari fosse così. Di fatto, è l’esatto contrario. Pagare le tasse, in questo paese, non serve ad altro che rimpinguare una classe di potere, in senso assai lato, parassitaria e questo l’Inquilino a vita lo sa. Pagare le tasse fa schifo in un paese dove si versano come in nessun altro al mondo e i servizi che se ne ricevono fanno schifo nella migliore delle ipotesi. Pagare le tasse uccide perché se le copri tutte davvero non mangi e non fai mangiare i tuoi figli. Pagare le tasse piace a chi le tasse non le paga, per un motivo o per l’altro, per un ruolo o per un altro. Piace a chi le imposte le impone, non a chi se le vede imporre. E sotto l’ultimo cosiddetto supertecnico il gettito fiscale è cresciuto di altri 50 miliardi e però il debito pubblico è arrivato, non si sa come, alla record assoluto di 2771 miliardi: come si giustifica una simile tendenza? Qualsiasi manager o imprenditore o industriale, di fronte a risultati del genere, chiude bottega e magari finisce davanti a un giudice per bancarotta: il supertecnico di turno, che scassa il paese, no, gli vengono tributati onori anche postumi dai giornalisti leccaculo. Ma colui che dovrebbe rappresentarci tutti, garantisce, avalla. Noi non abbiamo, né avremo mai, una Thatcher a palazzo Chigi, né un Reagan al Quirinale: ma che ci ritroviamo sempre qualcuno a tessere l’elogio della dissipazione e della spolpatura sociale, in puro fanatismo di sinistra, è dura da mandar giù. Un presidente che si rispetti direbbe l’unica verità che va detta: in Italia le tasse sono troppo alte, non portano vantaggi, deprimono l’economia, ammazzano il cavallo. Le tasse in questo paese sono una tazza senza fondo, una tazza comunista. Invece ne abbiamo uno che ne fa il panegirico. E va già bene che non dice, come quell’altro tecnico lunatico di qualche anno fa, che “pagare le tasse è bello”. Anche se il messaggio è più o meno lo stesso. E il messaggio, non a caso, è stato elogiato dalla classe politica al gran completo. Per forza, un “garante” che garantisce solo quella, se lo portano in processione. E la garanzia è a suon di tasse, usate come clava, come ricatto, e perfino come rimorso. Sì, d’accordo, il mazzo è sempre nelle stesse mani, però, siccome poi il mazzo viene fatto a noi tutti, non sarebbe sgradito un minimo di rispetto, di eleganza, quell’astenersi sempre da queste provocazioni di basso profilo. MDP (per sostenere il Faro basta una ricarica su PayPal via mail maxdelpapa@gmail.com)