VERGOGNA, BUFFONI!

VERGOGNA, BUFFONI!

Puzzer, il Masaniello sentimentale, è disputato dai partiti: accetterà, ma dietro precise condizioni

Il titolo, chiariamolo subito, non è mio: appartiene al fu direttore di OP, l’ambigua rivista diretta dal giornalista-spia Mino Pecorelli che anticipava puntualmente gli scenari imminenti della torbidissima politica italiana, in particolare sulla lugubre sceneggiata dell’affare Moro. Confidando di non fare la stessa fine (Pecorelli venne freddato nel marzo 1979, alla vigilia di nuove, esplosive rivelazioni già annunciate, per mano e menti rimaste ignote ma verosimilmente riconducibili al coacervo Andreotti – Gelli – Servizi), riesumiamo il titolo e adattiamolo all’oggi: Puzzer, informa la Verità, giornale che finora di balle non ne ha mai dette, starebbe vagliando una rosa amplissima di candidature politiche praticamente da tutti i partiti. Io che avevo detto, fin da subito? Naturalmente questo mi renderà ancora più inviso ai sentimentali, ai buonpensanti, agli afflitti da dissonanza cognitiva o da falsa coscienza, ma sono abituato ad avere torto siccome avevo ragione. Insisto: e mi provo ad anticipare quello che verrà, avvertendo che trattasi di mie personalissime immaginazioni. Puzzer, dunque, vaglia: non ha fretta, è un tenerone ma non del tutto stupido e ha chi lo consiglia: l’idea sarebbe quella di farsi un po’ pregare, anche per capire da che parte tira il vento – ormai scegliere un partito piuttosto che un altro, uno schieramento invece di un altro è del tutto superfluo. Il suo scrupolo principale, a questo punto, sarebbe non il posto da peone in Parlamento, ormai scontato, ma la preservazione di una integrità. In altre parole, Puzzer si darà a chi potrà garantirgli il mantenimento della sua immagine, maldestra ma vincente: quella di morbido e puro, che tiene fede alle promesse per quanto canterine, “La gente come noi non molla mai…”. In questo senso, fondamentale si rivela un apparato mediatico in grado di convincere il popolo sentimentale; Puzzer, di conseguenza, dovrà avere la certezza di una tabella di marcia che passi da nutrite ospitate televisive, interviste compiacenti, una spettacolarizzazione della figura, come avvenuto per i virologi da sbarco, l’obbligatorio libro di memorie portuali. Il tutto per poter ribadire la sua verità: non mi sono venduto, resto quello di sempre, entro nel gioco per cambiare il mondo, fidatevi di me. Se questo è vero, ne deriva che l’unica forza in grado di assicurare la transizione in modo massiccio e convincente è quella a sinistra. Perché a sinistra sta il 99% dell’informazione, stanno i conduttori di regime, le trasmissioni del servizio pubblico, l’editoria pubblicitaria eccetera. E così il puzzle Puzzer andrà a ricomporsi: come bello fare il peone da Trieste in giù. Tanto la barricata, così come l’aveva fondata, l’ha immediatamente sfondata, personalizzandola oltremisura. Se ne avrà una riprova non appena sentiremo l’eroico Masaniello cominciare ad arzigogolare sui temi a lui cari, ossia a cominciare a riposizionarsi quanto a greenpass e obbligo vaccinale; nessun rinnegamento, per carità, solo una posizione più sfumata, più matura, che tenga presenti anche le ragioni di questi nostri cari governanti che, se ci chiudono in catene, lo fanno però, leninisticamente, nel nostro esclusivo interesse. Esclusivo in tutti i sensi. L’altro segnale rosso sarà quando Puzzer comincerà a indulgere in questioni sessuali: i suoi rapporti con la moglie, con le donne, che lo cercano, lo bramano, infine l’ecumenismo gender. Infine, il grido accorato per il pianeta che, gretescamente, non ha più tempo, bisogna fare qualcosa, rilanciare la grande transizione verde, anche noi portuali ci poniamo il problema ed è per questo che, sulla base della mia esperienza, ho deciso di accettare una candidatura che mi consenta di lottare per un pianeta più salubre, bla bla bla. Puzzer era già stato normalizzato a nascere, si trattava solo di aspettare: l’attesa è finita, ed è finita prestissimo, il vaccino che immunizza dall’intransigenza ha funzionato subito. Il foglio di via andava inteso come viatico per il Palazzo. Godetevelo in doppiopetto e lobbia, da dopodomani : vergine, martire e candidato. E non dimenticate di maledire chi vi aveva avvertito, sempre in quel solito modo odioso dei cinici, i malfidati, quelli che pensano sempre al peggio perché non hanno una vita, perchè rosicano, perché è tanto comodo fare vaticinii da tastiera mentre c’è chi pensa al popolo e per il popolo si sacrifica. E non molla mai.

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