PUZZER IN QUESTURA PER 5 ORE

PUZZER IN QUESTURA PER 5 ORE

Secondo il programma Fuori dal Coro, Stefano Puzzer, oggi in piazza del Popolo a Roma per portare la sua protesta non violenta contro l’obbligo vaccinale e il greenpass, sarebbe stato fermato, portato in Questura, qui trattenuto per 5 ore “per accertamenti” e infine sottoposto a Daspo su Roma per un anno. Un atto di una gravità inaudita, che non si fa scrupolo di svelare la natura dittatoriale del governo Draghi. Cinque ore di fermo di polizia non si danno, in Italia, neanche a un presunto stragista islamista; va anche ricordato che poche ore fa un rave party a Torino è stato non solo consentito, ma addirittura scortato dalla polizia (come due mesi fa a Viterbo) mentre la Croce Rossa ha allestito una postazione per soccorrere le centinaia di balordi che hanno liberamente scelto di finire in overdose o in coma etilico. Neppure dopo gli scontri, coi partecipanti al rave che hanno preso a sassate gli agenti, è stato compiuto alcun atto d’autorità. Lo stesso va detto per le proteste di piazza dei sostenitori della legge Zan, che hanno potuto minacciare di morte alcuni leader politici e quanti in disaccordo con la legge. Per non dire dei fascisti di Forza Nuova, arrestati giorni dopo le loro escandescenze contro la sede della Cgil. Dicono che Puzzer sia uscito dalla Questura piuttosto turbato: lui ha comunque fatto sapere di essere stato trattato con cortesia e senza intimidazioni. Non ce n’è stato bisogno, possono essere gentili fin che vogliono ma la pressione psicologica c’è tutta ed è in sé, non si tiene un cittadino incensurato in caserma per 5 ore: lo Stato sa fare la faccia feroce anche sorridendo e a maggior ragione il regime sempre più autoritario del tecnocrate Draghi. Il quale sta inanellando una serie di errori che gli costeranno cari: prima gli idranti sui portuali, poi il divieto di manifestare, adesso i fermi di polizia come neppure sotto gli anni di piombo. Segno di sicura preoccupazione, di debolezza istituzionale, coperta dall’esercizio dell’abuso di autorità. A questo punto siamo in una situazione cinese, o meglio da provincia dell’impero cinese, come Hong Kong, non possiamo restare indifferenti: a prescindere dalle opinioni, dalle sensibilità, dall’atteggiamento verso il lasciapassare e il siero, chiunque abbia a cuore questo straccio di libertà, ormai stuprata nel totale disprezzo della Costituzione, deve sostenere non solo o non tanto il portuale triestino, ma l’idea stessa della legittimità del dissenso. Non possiamo rassegnarci a questa dittatura che sale di giorno in giorno, dobbiamo reagire scendendo tutti in piazza, partendo proprio da Roma: se saremo centinaia di migliaia, non potranno deportarci tutti. Un concetto ovvio, persino banale, ma inevitabile: stiamo perdendo l’ultima libertà che ci resta, hanno vietato le manifestazioni di dissenso, hanno definito disertori quanti protestano, hanno proposto di pestarli, chiuderli in casa, in galera, in manicomio, e adesso arrestano chi rappresenta lo scontento generale. Presto anche scrivere così come sto facendo io adesso non sarà più consentito e così muoversi, spostarsi. Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo stringerci, non isolarci, non arrenderci allo sconforto e alla paura. Per Puzzer, per chi ha a cuore la democrazia, per tutti noi. Se ve la sentite, fate girare questo appello. MDP

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