GLI IMBROGLI DEL LUCERTOLONE

GLI IMBROGLI DEL LUCERTOLONE

Lucertolone imbroglione. Aveva promesso di “mettere i soldi nelle tasche degli italiani” e li mette nel reddito di cittadinanza: con l’aumento di oltre un miliardo sugli 8 già previsti, si sale a circa 10 miliardi per calendario, totale: 80 miliardi in 10 anni. Sul resto, l’imbroglio è palese: siccome dovevo aumentarvi le tasse come fan tutti, ma non lo faccio, allora è come se le avessi tolte. Una vergogna, una presa in giro, potenziata dal risvolto sulla realtà: tributi, marche, bolli e ogni genere di prelievi e di tributi salgono, come sale l’inflazione (+3%). La vita costa più cara, e dal 2 novembre anche chi non ha incassato sarà tenuto a versare tasse presuntive. Come definirlo se un truffatore, il nostro Lucertolone? Lui segue l’agenda di Bruxelles, lo sappiamo, è un intermediario, un esecutore, però è lo stesso un Lucertolone viscido, oltre che un tecnico di scarsissimo livello. Con buona pace di chi lo salutò come mandato dalla Provvidenza. Lucertolone inetto, infingardo, autoritario, truffaldino: potenziare il reddito di cittadinanza, che è un sussidio, serve a tenere buona la componente “forte” del governo, PD e 5 Stelle, a mettere in stallo la Lega (Forza Italia non esiste ed è di fatto una appendice piddina); ma, oltre alle miserie spicciole del potere, ha un significato più dirompente: il governo non crede che sarà possibile salvare il Paese, si arrende alla colonizzazione cinese, ai condizionamenti europei, alla morìa di imprese, attività e lavori; punta sui bonus, sulle elemosine, ammettendo implicitamente che è l’unica cosa che gli resta da fare e che ha voglia di fare. Dal sul punto di vista: serviva uno choc fiscale, l’abbassamento potente, massiccio della pressione: niente di tutto questo, neppure per scherzo, i prelievi, già insostenibili, saliranno per mille rivoli, la crisi da endemica diventa greca: missione compiuta. Draghi, unto dalla UE, sa solo rimescolare la solita ricetta keynesiana che però non servirà, la situazione è troppo compromessa. Si veda il capitolo pensioni: rinvia la legge Fornero, punitiva per diretta ammissione dell’autrice, di un anno ma al prezzo, sanguinoso, di una quota 102 che si traduce in 64 anni di età e 38 di contributi. Ed è solo l’inizio. Il greenpass viene non mantenuto ma ancora potenziato, “anche per respirare” come dice il virologo politico Lopalco; si parla con sempre maggiore insistenza di nuovi lockdown e di quarta dose, dando per scontato che la terza verrà iniettata a forza a ciascuno. Intanto, a Trieste, hanno inventato l’immortalità del corteo: tutti i giorni ne fanno uno, nel totale disinteresse generale come per qualcosa che ormai è scontato, una recita innocua e in fondo patetica. Puzzer, il Brancaleone casinista dalla lacrima facile, fonda e affonda due o tre comitati la settimana, a conferma di un attivismo demenziale, come il cavaliere che “salì sul destriero e partì in tutte le direzioni”. Certo, le proteste sono importanti, ma se restano impotenti, così col fiore in bocca, che senso hanno? Qui, beninteso, non si invita alla guerriglia, ma ad inventarsi altre forme, incisive, marcate, qualcosa in grado davvero di creare problemi al governo: nulla si scorge all’orizzonte. Gretini e genderisti sfilano insieme al grido: no al capitalismo, e intanto al G20 si riuniscono per i soliti brindisi, i propositi veri li adottano altrove. Curiosa simbiosi dei potenti e degli antipotenti, degli iperliberisti e degli anticapitalisti: entrambi contemplano un altro mondo, un “reset”, come usa dire, e gli opposti intenti finiscono per coincidere. Un po’ come Greta che ce l’ha coi potenti da cui viene ricevuta, coccolata, foraggiata. Il Lucertolone prosegue strisciando per la sua strada, ed è una strada autoritaria; dicono sia stanco, che non ne possa più: sarebbe ingeneroso auguragli un aiutino, limitiamoci a sperare che il logorio lo convinca a lasciare finché è integro, tanto la sua opera devastatrice l’ha compiuta, ormai è degno di Monti. Va bene che certi esseri non ne hanno mai abbastanza, ma insomma a una certa bisognerebbe anche saziarsi. Però tranquilli, al G20 è sbarcato Biden con 85 macchine di scorta, segno di sicura transizione ecologica. Ha dato una pacca sulla spalla al Lucertolone e gli ha detto: vai avanti. MDP

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