IL PRESIDENTE YOUTUBER

IL PRESIDENTE YOUTUBER

Quattro anni fa, in un libro esclusivamente mio anche se cofirmato per ragioni umanitarie, affrontavo il problema degli influencer ipotizzando una confluenza o meglio una infusione della dimensione politica in quella dei persuasori occulti. Ci avevo visto giusto e non me ne sono mai convinto tanto come vedendo la festicciola organizzata da Mattarella per gli youtuber, nebulosa in cui entra di tutto dagli assassini di bambini ai parassiti, grassatori, spacciatori di acqua piovana. O di peggio, certamente. Non è stata una svista e non è stato un fraintendimento: Mattarella o chi per lui era lucido, dal suo punto di vista, nel consegnare a un certo numero di falliti, affaristi, imbroglioni le chiavi della Costituzione e dei relativi valori o presunti tali. Nell’allegria presidenziale, quasi malandrina, si vedeva chiaro, inequivocabile il capolinea della politica stessa, ormai puntata sull’inganno, sul miraggio senza pretesa di fondamento. Come sempre, come dagli albori del dominio dell’uomo sull’uomo? Si, se vi pare, ma mai in questo modo così scoperto, di malavitosa tracotanza e di bassezza morale, culturale, intellettuale. Non c’è più residua pretesa di serietà né di contenuto, un politico può vantarsi di avere bruciato miliardi, ingannato milioni di persone, di averle fatte ammalare, costrette, imprigionate; un politico può dare dell’assassino alle sue vittime e promettere che, la prossima volta che tornerà al potere, non farà prigionieri: non teme conseguenze e lo rivotano, lo scelgono. Non verrà alcuna riflessione sul disastro della pandemia politica, non arriveremo a nessuna trasparenza quanto a scelte e obblighi di preparati che ormai il mondo intero assume per micidiali: chi è morto viene irriso da morto, chi malato continua a sentire pontificare i suoi aguzzini, che in più lo insultano. E l’informazione, a sua volta malata del morbo influencer, regge, fomenta. Non ci sarà, checché se ne dica sui social, alcuna palingenesi in seno ad una Unione Europea che non nasconde più la sua consistenza di associazione a delinquere di stampo lobbistico, e arginarla, votando, è questione illusoria, è miraggio a sua volta. Tu voti chi sostiene di opporsi e te li ritrovi a fare il Dadaumpa con una Baronessa criminale. E la faccenda di turarsi il naso non solo non regge più, ma ha abbondantemente rotto i coglioni. Di cosa si è discusso oggi nel Parlamento italiano? Di ballottaggi, di proporzionali, per dire i meccanismi di conquista e conservazione del potere. Ma un potere fine a se stesso, che si giustifica di per sé e non offre alcuna prospettiva di contenuto. Mattarella è il capo e garante di questo regime sorrido, che pare decrepito ma si è velocemente omogeneizzato alle logiche influencer e ne aveva già dato dimostrazione lasciandosi ritrarre a più riprese con i Ferragnez, coppia al di sotto di ogni plausibilità, oggi fatalmente esplosa. Non potendo più coinvolgere testimonial di quella risma, ha ripiegato su meno famosi ma altrettanto agguerriti esibizionisti, evasori fiscali, pubblicitari di cosmetici e generi del consumo inutile nella consacrazione della reificazione marxista, ma una reificazione laida, desolante, miserabile. Per coerenza, avrebbe dovuto invitare anche le già miliardarie Marchi, madre e figlia, affidando loro il valore costituzionale del lavoro e della cooperazione nel progresso materiale o spirituale della società. MDP (per sostenere il Faro una ricarica su PayPal via maxdelpapa@gmail.com)