LETTERA DA UN GIORNALAIO

LETTERA DA UN GIORNALAIO

A Odessa hanno bombardato il palazzo dei giornalisti e i balordi da social dicono: ah, peccato non ci siano vittime. Ci ho pensato tanto, senza riuscire a spiegarmi la ragione di un cinismo, di una ferocia sconosciuti nei miei connazionali, e alla fine era così semplice: l’odio vendicatore verso i giornalai, come li chiama Beppe Grillo, venduti e responsabili del terrorismo di regime: non c’è dubbio, ma volerli morti a prezzo di un genocidio, di una invasione che non vuole lasciare pietra su pietra, dell’esaltazione di un dittatore fuori controllo pare francamente eccessivo. Sto perdendo lettori, una emorragia, e non mi importa, la mia vita non cambia se cambia il numerino dei follower, cambia invece constatando che questo non è più il mio Paese. Chi mi attacca, lo fa con una violenza inusitata, ritenendolo giusto e credendo scontato che il giornalaio sia lì per non replicare, per prendersi di tutto. Ma io non sono abbastanza giornalaio e quindi rispondo a tono: lo considero un dovere che fa parte del mio ruolo, seminare dubbi, poi ciascuno insulti come vuole. Chiedo: c’è o non c’è la strage dei bambini, della gente ucraina? Mi rispondono: e allora la Nato. Chiedo: Putin è o non è un dittatore? Mi rispondono: e allora Draghi. Chiedo ancora: Putin ha detto o non ha detto che è disposto a tutto, che l’Ucraina è roba sua e che dopo quella verrà il resto perché la Russia non deve avere limitazioni, come da Pietro il Grande in poi? Mi rispondono: sei una merda, devi morire, viva Putin. Posizioni chiarissime nella loro inconsistenza. Quando non sanno più cosa replicare, si aggrappano al gioco delle fake news e questo è l’espediente più miserabile, la conta delle foto e dei filmati taroccati è squallida perché ci sono, certamente, ma come fanno a vederli da una parte sola? Come fanno a ridurre tutto a una questione di manipolazione mediatica? Non lo sanno che Putin schiaccia la Russia sotto una propaganda massiccia che non esclude niente e nessuno a cominciare dalle scuole? Che proibisce qualsiasi voce contraria e manda a prendere i giornalai sgraditi? Lo sanno e gli va bene così. Si lamentano per il regime all’italiana, fondato sul greenpass, ma non li disturba una dittatura espansionista anzi si appellano allo Zar perché venga a liberarci. Quanto a dire aspettarsi democrazia dal nemico giurato della democrazia. Se non è grottesco questo! La propaganda russa e cinese, ci informa Federico Rampini, si alimenta del disprezzo riflesso dell’Occidente, inzeppa le cronache di Mosca e di Pechino, rilancia i deliranti proclami del BLM e della cancel culture, da cui l’Occidente esce sempre più permeabile alle smanie guerrafondaie di oligarchi e tiranni, ma basta dire che Rampini ha una capigliatura ridicola. A me hanno detto, con sommo disprezzo: ah, la pensi come lui. E come chi dovrei pensarla? Come Fusaro, come questo Orsini che considera Putin il male minore, perché noialtri, tutti, siamo peggio? “Giornalaio, fa’ il tuo mestiere”. Che sarebbe assecondare le pulsioni omicide dei rancorosi, degli stressati e dei vigliacchi che i bambini mutilati, le donne stuprate e ammazzate non li vedono. Una imbecille ha scritto su Twitter: ma vi pare che con una guerra in corso la gente andava a teatro? E la filosofa in saldo Donatella de Cesare pronta l’ha retwittata. Spiegare che quei poveri cristi avevano cercato rifugio in un teatro è inutile, ti irridono, ti insolentiscono, oscillano tra “è tutta una menzogna” e “se la sono cercata”. Sei un nazista, mi apostrofano, sei fazioso e filoucraino. Ma li sfido a trovare sui miei profili una bandierina, un simbolo, una foto, uno slogan. No, sono semplicemente atterrito per un genocidio e soprattutto per l’indifferenza con cui viene accolto. Dicono: come mai del Donbass ti occupi solo adesso? Forse perché è stato invaso e dopo di quello le forze di occupazione russe procedono verso il resto del Paese e non si fermeranno; del resto, non risulta che neppure questi provocatori da bettola si siano mai occupati della guerra in Donbass, che è una guerra fratricida dove di innocenti non ce ne stanno, compreso il loro eroe Putin. “Fai schifo, testa di cazzo, Zelenskji è un comico deficiente”. E a dirlo sono quelli che hanno votato, hanno idolatrato Grillo. Zelenskji non piace neanche a me, ma che logica c’è? Quale senso abbia ridurre un Paese enorme, con 46 milioni di persone, a un covo di nazisti a causa del famigerato battaglione Azov non si capisce, posto che Putin di movimenti neonazisti ne foraggia in mezzo mondo; come dire che gli italiani sono tutti mafiosi compresi i neonati. Ma va così, questa gente non conosce la logica, se la cava con l’invettiva che vuol essere goliardica ed è solo agghiacciante. Nessuna cultura, nessuna intelligenza, nessun pensiero. Ci sono o non ci sono le stragi, i bombardamenti, le bombe a grappolo, i missili infrasonici? C’è o non c’è sullo sfondo la minaccia nucleare? “Eh, ma non si fanno le sanzioni, non si mandano le armi”. Così, tutto insieme. E come lo metti a cuccia un dittatore scatenato? Le sanzioni sono il minimo, ma i nostri strateghi se la cavano con il neutralismo che serve a niente, che nel ’39 spianò la strada a Hitler finché non fu troppo tardi. Ma che fa? Qui abbiamo il greenpass, che ci frega del Donbass, anzi è giusto che soffrano un po’ anche quelli, o no? Preoccupiamoci di Draghi, altro che Putin. Draghi, che manda le armi. Sì, è azzardato e probabilmente sbagliato, comunque discutibilissimo, ma bisogna poi capire se avesse margini di scelta, se qualcuno da Washington o altrove non gli abbia spiegato che in caso contrario rischiava di fare la fine di Craxi o peggio di Moro. “Ah, allora lo vedi che l’America è imperialista?”. E non ne esci, non sfuggi a questi apprendisti che ti chiamano giornalaio ma sarebbero pronti a una strage per prendere il tuo posto. MDP (chi vuole, può sostenere il Faro con una ricarica via Paypal tramite la mail maxdelpapa@gmail.com. Il Faro è libero e non riceve niente da nessuno, né Russia, né America, né Nato, né UE, né Ucraina)

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